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Il nome dell'associazione è un acronimo che richiama il nome di Arturo, il ragazzo ferito gravemente nel dicembre 2017 da una baby gang i cui componenti sono stati condannati, in primo grado, a 9 anni e 3 mesi

on sara’ un giorno di dolore, “ma di rinascita, di opportunita’”Maria Luisa Iavarone e’ la mamma di Arturo, il ragazzo che, un anno fa, fu accoltellato da una baby gang, senza alcun motivo. Arturo oggi ha 18 anni e sul collo la cicatrice di una di quelle coltellate, inferte con cattiveria, nel pomeriggio del 18 dicembre di un anno fa, in via Foria a Napoli. Si e’ lasciato il peggio alle spalle, ha festeggiato i suoi 18 anni e accanto ha sempre la madre che non lo ha mollato un attimo. “Sento di dover restituire in termini di gratitudine il miracolo che mi e’ stato concesso”, dice la donna.

Lo scorso mese di novembre, gli aggressori di Arturo sono stati condannati, in primo grado, a 9 anni e 3 mesi dal Tribunale per i minorenni di Napoli, con l’accusa di tentato omicidio e rapina. Cosi’, invece di pensare che tra 3 giorni avrebbero potuto piangere ancora, Iavarone, docente dell’Universita’ Parthenope di Napoli, ha in programma l’inaugurazione della sede per l’associazione Artur, un acronimo che richiama il nome del suo primogenito che sta per “Adulti responsabili per un territorio unito contro il rischio”. L’associazione, di cui lei e’ presidente, sara’ ospitata negli spazi di Villa Doria D’Angri, sede storica e monumentale della Parthenope.

“Credo che le cose tocchino le persone e le cambino – afferma – Credo che questa battaglia per una maggiore responsabilita’ negli adulti restituisca una nuova consapevolezza sul rischio violenza tra i minori, che e’ solo la punta di un iceberg”. Essere adulti responsabili, consapevoli di essere un modello, un esempio per i ragazzi diventa, dunque, “tema centrale perche’ e’ il collante che fa sentire protagonisti di un processo collettivo di cambiamento”.“Quello che noi abbiamo vissuto – aggiunge – deve essere lo spunto per andare avanti”.

L’associazione sta lavorando su diverse direttrici. Prima fra tutte “continuare la sensibilizzazione nelle scuole”. “Durante quest’anno – racconta Iavarone – ne ho visitate 200″. Sara’, inoltre, messo a sistema un “format didattico con un cortometraggi che stiamo realizzando assieme a un autore della Rai”. L’idea e’ di portare questo corto nelle scuole con una “Tools box per parlare dei rischi di bullismo e della marginalita’”. Martedi’ sara’ lanciato anche il nuovo sito che sara’ anche “il luogo in cui le persone potranno anche dibattere”.

Infine Iavarone fa sapere che e’ “in fase di approvazione un percorso di formazione accademica per operatori sportivi per la prevenzione del rischio e per l’inclusione”. L’appuntamento per l”inaugurazione della sede e’ per il 18 dicembre, a mezzogiorno, a Villa Doria D’Angri.

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